Smettere di avere paura di cosa dicono gli altri di te

L’attenzione al giudizio degli altri fa parte della natura dell’uomo e di per sé non ha una valenza negativa. Anzi. Ascoltare e accogliere il pensiero di chi sta intorno è uno stimolo a crescere e migliorare. Il punto è quando l’opinione altrui diventa il parametro per modellare la propria esistenza. In quel caso, l’effetto è opposto. La paura di non essere allineati prende il sopravvento e impedisce di esprimere se stessi e di vivere in modo autentico.

Alle origini della paura del giudizio degli altri

L’ossessione per il giudizio degli altri porta a uno scollamento tra il proprio mondo interiore più vero e la realtà. Chi teme l’opinione del partner, dei familiari, degli amici o dei colleghi, spesso e volentieri non dice quello che pensa e fa cose che non gli appartengono. La paura di sbagliare, di essere motivo di delusione, di innescare un conflitto o di sentirsi in imbarazzo spingono a soffocare i propri bisogni e ad adeguarsi a quelli degli altri. Va da sé che un comportamento di questo genere non può rendere felici. Ma allora, perché viene messo in pratica?

All’origine c’è il bisogno ancestrale di essere accettati. Per i primi uomini, fare parte di una comunità era fondamentale per sopravvivere. Oggi non è più così, ma quell’antico retaggio è ancora profondamente radicato nella natura umana. Al punto che lo psicologo statunitense Abraham Maslow ha inserito la “necessità di appartenenza” al terzo gradino della sua “Gerarchia dei bisogni”. La paura di essere rifiutati è ciò che spinge a indossare una maschera per non essere esclusi da affetto, amicizia e potere ed evitare la “morte sociale”.

Perché non bisogna avere paura di cosa dicono gli altri

Ma vale la pena rinunciare a se stessi per essere accettati? La verità è che fingere di essere qualcun altro vuol dire essere soli, perché il proprio vero io non è quello conosciuto e accolto dal “gruppo”. E poi è davvero necessario dare un’immagine di sé diversa da quella reale per non essere rifiutati? Non di rado, la paura del giudizio degli altri ha fondamenta irrazionali. All’origine c’è un “bias valutativo”, che prende forma dalle opinioni e dalle aspettative che ognuno ha riguardo a se stesso. Per dirla in un altro modo, si attribuiscono agli altri i propri pensieri.

D’altra parte, ciò non significa che il proprio modo di essere e di fare piaccia a tutti. Ci sarà sempre qualcuno al quale non andrà bene e che esprimerà dei giudizi poco lusinghieri (o del tutto negativi). In questo caso, le opzioni sono due. Se la critica è motivata e costruttiva, rappresenta un’occasione di crescita. All’opposto, se ha i contorni di un’osservazione cattiva e gratuita, non vale la pena dedicarle tempo ed energia. Ma come si fa a distinguere tra l’una e l’altra? La chiave è non prenderla sul personale, ma comportarsi da “osservatori neutrali” e valutare chi ha espresso il giudizio e in che contesto.

Rimane vero che anche una critica legittima e argomentata è un’opinione personale e non rappresenta una verità assoluta. In altre parole, non è possibile controllare i pensieri degli altri e in alcuni casi non resta che conviverci.

Come smettere di avere paura del giudizio degli altri

La paura del giudizio degli altri porta a cambiare se stessi in maniera innaturale per adattarsi a un pensiero che non è detto che sia reale. Perché, allora, non usare quella energia e quel tempo per trovare e affermare se stessi? Prendere coscienza di chi si è e di cosa si vuole colma il vuoto che alimenta il bisogno di essere accettati per dimostrare a sé e agli altri di esistere e disinnesca la distorsione cognitiva che porta ad attribuire al partner, ai familiari, agli amici e ai colleghi quelli che in realtà sono i propri pensieri limitanti.

La consapevolezza di sé e dei propri mezzi è anche la chiave per imparare a gestire le proprie emozioni e i propri sentimenti e affrontare la realtà in maniera oggettiva e responsabile. In altre parole, è l’abilità che permette di riconoscere e accogliere i giudizi e le critiche che rappresentano un’opportunità per crescere e migliorare. Ma non solo. L’autoconsapevolezza e la capacità di governare se stessi sono anche ciò che consente di accettare l’esistenza dell’altro e del diverso senza sentirsi minacciato, bensì riconoscendo la grande ricchezza che rappresenta.

A cura di: Patrizia Saolini

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