Prima o poi capita a tutti di incappare in uno di quei momenti in cui anche l’ostacolo più piccolo sembra insormontabile. A fare difetto non è tanto l’energia, bensì la volontà di affrontare le cose. Ma l’inerzia non si manifesta solo in condizioni di disagio e difficoltà, può verificarsi anche quando ci si trova in una situazione di comodo.
A bloccare nello status quo è la motivazione. Quando non è adeguata o manca del tutto, niente sembra avere senso e ogni pensiero e gesto assume i contorni di un’impresa titanica.
Cosa si intende con motivazione
A parlare di motivazione si fa presto, ma cos’è? Basta sfogliare qualche vocabolario e libro specialistico per rendersi conto che di definizione non ne esiste solo una. Il concetto è complesso e ha molteplici sfaccettature, tuttavia il significato di fondo è sempre quello di un insieme di motivi che spingono ad agire per raggiungere un obiettivo. In maniera speculare, è anche tutto ciò che dà scopo a un comportamento.
La motivazione viene detta primaria quando nasce da un bisogno fisiologico, mentre è definita secondaria quando deriva da un bisogno appreso dall’esperienza. Un’ulteriore divisione distingue tra motivazione intrinseca, che spinge ad agire per motivi fini a sé stessi, ed estrinseca, che porta a impegnarsi per ottenere una ricompensa.
Esistono numerose teorie che indagano il modo in cui i diversi tipi di motivazione si esplicitano e interagiscono tra loro e una che trova larga applicazione è la “piramide dei bisogni” di Abraham Maslow. La tesi dello psicologo americano descrive un processo motivazionale che, attraverso la soddisfazione di bisogni a mano a mano più complessi, si configura come il motore della crescita e dello sviluppo personale
Cosa attiva la motivazione
Abraham Maslow collega la motivazione ai “bisogni”. Prima di lui, Sigmund Freud la mette in connessione con le “pulsioni” e gli “istinti”. E, dopo, Victor Vroom la spiega con il binomio “aspettativa e valenza”. Ogni teoria ha presupposti e metodi di indagine diversi su cosa spinge le persone ad agire e perseverare fino a raggiungere un dato obiettivo. Ma tutte condividono la percezione di una mancanza e la volontà di modificare lo status quo.
Ad attivare la motivazione è proprio l’incontro tra questi due elementi. Il fatto di non essere o di non avere qualcosa che si desidera dà il via a una reazione che porta ad adoperarsi per ottenere ciò che si vuole. L’innesco e l’obiettivo prendono forma dal vissuto, dall’educazione, dai valori, dalle conoscenze e dalle competenze di ogni persona e definiscono e alimentano il processo che conduce a colmare il vuoto e a cambiare le cose.
Come sviluppare e mantenere alta la motivazione
La motivazione è il motore di un processo che porta da una condizione di mancanza a una di soddisfazione, ma per andare dall’una all’altra bisogna sapere da dove si parte e dove si vuole arrivare. La questione può sembrare banale, invece non lo è. Una delle principali ragioni della “demotivazione” è che non si ha idea delle proprie necessità e dei propri desideri.
Entrare in contatto con sé stessi e prendere consapevolezza di ciò che manca e si vorrebbe per sé è il primo e fondamentale passo nella costruzione della motivazione. Fare chiarezza sui propri bisogni permette di individuare il punto di partenza e di arrivo e di sostenere con uno scopo le decisioni e le azioni che costituiscono il percorso che porta dall’uno all’altro.
Ma decidere di voler raggiungere un traguardo non basta a creare e mantenere alta la motivazione. Anzi. Senza una programmazione e un metodo, il rischio di perdere spinta e determinazione e di rifugiarsi nella “comfort zone” dell’immobilismo è altissimo. Per questo è necessario stabilire degli obiettivi e delle priorità ragionevoli, che alimentano la “voglia di fare” nel successo e allenano la resilienza e la capacità di trovare nuovi significati per andare avanti nell’insuccesso.
Di pari passo, a costruire e sviluppare la motivazione contribuiscono anche piccole e grandi buone abitudini. Prendersi cura di sé, premiarsi per le vittorie e non mortificarsi per le sconfitte e vivere nel presente sono tutte pratiche che aumentano l’autostima e aiutano a perseguire con entusiasmo i propri sogni fino alla realizzazione personale.
A cura di: Patrizia Saolini
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