Affrontare la stanchezza mentale

La stanchezza mentale è una sensazione di non farcela che va oltre la fatica fisica di una giornata spesa di corsa tra gli impegni del lavoro e della vita privata. È una mancanza di energia vitale, l’anticamera della resa alle difficoltà apparentemente soverchianti dell’esistenza.

La spossatezza della mente è una condizione che distorce la realtà e rende vulnerabili. Ma affrontarla è possibile. Il punto sta nel riconoscerla e accettarla per quello che è.

Cos’è la stanchezza mentale

È difficile dare una definizione precisa della stanchezza mentale, ma in generale può essere descritta come una condizione di sovraccarico della mente. In altre parole, è lo stato di affaticamento che si prova quando si hanno troppe cose per la testa. La stanchezza mentale è un “male” moderno ed è la conseguenza della convinzione di dover rispondere “subito e ora” alla enorme quantità di stimoli ai quali si è sottoposti ogni giorno.

Il partner, la famiglia, gli amici, il lavoro. La società contemporanea spinge a essere sempre performanti e il risultato è che si riempie ogni giorno di appuntamenti, impegni e scadenze per rispondere a tutti e non deludere nessuno. Ma se il multitasking è considerato una qualità vincente ed è incentivato tanto nella vita professionale che in quella privata, sociologi e scienziati concordano che il cervello non può fare (bene) due cose nello stesso tempo.

Il cortocircuito tra la pressione del “subito e ora” e la realtà che il monotasking è la condizione naturale dell’uomo genera una situazione di affanno e stress che porta non solo a fare, ma prima ancora a pensare oltre le proprie capacità. Il corpo risponde con la spossatezza fisica e il cervello con la condizione di confusione e affaticamento che viene definita “stanchezza mentale”.

I sintomi e le conseguenze della stanchezza mentale

Molto spesso la stanchezza mentale non viene riconosciuta come tale perché ha delle manifestazioni in gran parte simili a quella fisica. Malditesta, fatica a concentrarsi, difficoltà a dormire e sonnolenza, irritabilità, debolezza diffusa, disturbi di vario tipo sono sintomi comuni alla spossatezza “organica”. Ma se compaiono senza essere collegati a un qualche tipo di sforzo fisico, è probabile che siano i segnali di una mente in sovraccarico.

La controprova è la sensazione che tutto vada male e che non si abbiano l’energia e i mezzi per affrontare la realtà. I problemi diventano enormi e la paura di quello che potrebbe accadere imprigiona in un loop di pensieri negativi e immobilismo. La razionalità cede il passo all’emotività e ci si convince di non avere il controllo della propria vita e di essere in balia di eventi che non si può controllare.

La stanchezza mentale conduce ad assumere un atteggiamento vittimista e porta a essere malfidati e aggressivi nei confronti degli altri. La visione distorta della realtà genera frustrazione e una rabbia dai contorni indefiniti che spesso e volentieri si sfoga in immotivati scoppi d’ira. Le relazioni diventano un campo di battaglia e si finisce con il fare “avverare” con il proprio comportamento tutte le proprie più fosche previsioni.

Come gestire e superare la stanchezza mentale

La strada per gestire la stanchezza mentale inizia dall’instaurare un dialogo onesto con se stessi. Prendere consapevolezza di quello che si vuole davvero e di quanto le proprie azioni sono allineate con le proprie aspettative è il primo e fondamentale passo per capire se ci si trova in una condizione di sovraccarico. Lo step successivo consiste nel superare i comportamenti sabotanti e instaurare delle nuove abitudini per raggiungere i propri reali obiettivi.

Il punto fondamentale sta nel riconoscere che non si può fare tutto e accontentare tutti e nello stabilire delle priorità. La paura di “fallire” e di essere tagliati fuori spinge a riempire la propria esistenza di persone, cose e attività che in realtà non si desidera. La conseguenza è che ci si affanna per stare dietro a tutto e si finisce per non prendersi cura o per farlo poco e male di ciò che conta davvero.

Questo comportamento prosciuga dell’energia fisica e mentale e genera frustrazione, ansia e nei casi peggiori depressione. Perché continuare a impegnarsi, se non si riesce a ottenere quello che che si vuole? Imparare a eliminare il superfluo, a dire di “no”, ad affermare se stessi e i propri bisogni è la chiave per smettere di “soffrire” di stanchezza mentale e per evitare le sue (pericolose) insidie.

A cura di: Patrizia Saolini

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