Quali sono le abitudini vincenti?

Di abitudini si parla tanto e non di rado a sproposito. Spesso e volentieri sono considerate un problema tout court, ma la realtà è che sono la base della quotidianità. Per non dire la sua essenza. Il punto è distinguere tra “abitudini cattive”, che bloccano in un loop di insoddisfazione, e “abitudini vincenti”, che innescano un volano di positività e portano a vivere una esistenza piena e felice.

Ma quali sono queste buone pratiche? Un elenco perfetto non esiste, ma i 10 comportamenti qui di seguito possono essere un valido punto di partenza.

1. Prendersi cura di sé

È scontato? Forse. Ma chi può dire di farlo davvero? Prendersi cura di sé significa badare non solo all’aspetto fisico, ma anche a quello mentale. Vuole dire ascoltare il proprio corpo e le proprie emozioni e rispondere ai bisogni che esprimono. È una manifestazione di consapevolezza di sé e prende forma in tutti quei piccoli gesti e comportamenti che portano a stare bene con se stessi e a essere felici.

2. Essere curiosi

Il futuro fa paura perché è ignoto. Il cambiamento spaventa perché costringe a lasciare la comfort zone. E le opportunità rotolano via. La curiosità è l’antidoto all’insoddisfazione e il segreto di una vita di successo. È una forma mentis e un atteggiamento di apertura. Essere curiosi è il motore per superare i propri limiti, la motivazione per continuare o ricominciare a studiare e guardare avanti con (il giusto) ottimismo.

3. Fare domande

Vergognarsi di non sapere qualcosa. Non chiedere per non fare brutta figura o passare per “stupidi”. La paura del giudizio è il vero limite, perché trattiene dal lavorare sulle mancanze. Ignorare le proprie lacune per evitare il confronto impedisce di crescere, aumenta il divario con gli altri e scava nell’insicurezza. Invece, fare domande è la strada che porta a sviluppare conoscenza e fiducia in se stessi.

4. Leggere

Tutte le persone di successo dedicano (almeno) mezz’ora della loro giornata a letture per migliorare se stessi e le proprie competenze. È fuori discussione che saggi e libri di formazione sono utili, ma leggere è anche (soprattutto) una forma di evasione e un modo per conoscere ed esplorare nuovi mondi e alimentare la propria ispirazione e creatività.

5. Fare attività fisica

In un certo senso, fare attività fisica ricade nella “buona abitudine” di prendersi cura di sé. Ma è anche altro. Correre, andare in bicicletta, nuotare, giocare a basket o fare lunghe camminate serve non solo a stare bene fisicamente, ma anche a svuotare la mente e a trovare un nuovo punto di vista sulle cose. Oltre che nuova energia e nuovo entusiasmo.

6. Oziare

Non avere niente da fare sembra una colpa e la mancanza di impegni è vissuta con disagio. Ma non staccare mai, continuare a “fare” o a “pensare di dover fare” è un loop che (paradossalmente) porta all’inazione, perché non si è più in grado di riconoscere le priorità. I momenti di ozio servono a ristabilire la scala dei valori e a (ri)appropriarsi del proprio tempo.

7. Non perdere tempo

No, non è un controsenso. Un conto è ritrovare il piacere di non fare niente nel giusto ordine delle priorità. Un altro è perdere tempo quando bisogna agire. Tergiversare per paura di prendere la decisione sbagliata, di essere giudicati male o di affrontare una situazione spiacevole non serve a niente. Anzi, alimenta l’irrazionalità e ingigantisce i problemi.

8. Ascoltare

I colleghi, i figli, il capo, gli amici, il partner. Ogni giorno si “sentono” un sacco di voci. Ma quante volte si “ascolta” davvero? Prestare realmente attenzione vuol dire usare non solo le orecchie, ma anche gli occhi, la mente e il cuore. Il cosiddetto “ascolto attivo” crea una connessione profonda con la realtà e permette di conoscere e capire davvero gli altri e il mondo circostante e di agire per il meglio. Per se stessi e la collettività.

9. Disconnettersi

No, neppure questo è un controsenso. Anzi, per certi versi è funzionale proprio a un ascolto migliore. Disconnettersi significa mettere dei paletti all’invasività della tecnologia e ripulire le relazioni dalle interferenze di smartphone, tablet e pc. In altre parole, vuole dire non essere sempre reperibili ed evitare di guardare come ultima cosa alla sera e prima al mattino uno schermo.

10. Meditare

Prendersi del tempo per sé e “staccare la spina” sono due “buone abitudini” propedeutiche a ritagliarsi uno spazio nella giornata da dedicare alla meditazione. Il passo successivo consiste nello svuotare la mente e concentrarsi sul proprio corpo e le sensazioni che percepisce e trasmette. Meditare aiuta a combattere lo stress e migliora la memoria e la concentrazione.

A cura di: Patrizia Saolini

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