Vivere al meglio delle proprie possibilità: 10 abitudini vincenti

Quando le cose non vanno per il verso giusto e la realtà non è quella che ci si immaginava, la cosa più difficile è accettare di essere parte del problema. È vero: la vita accade e per larga parte è imponderabile e sfugge al controllo. Ma allo stesso tempo, ognuno è artefice del proprio destino per quanto è nelle proprie possibilità. Ed è proprio questo il punto.

Troppo spesso si vive senza sfruttare appieno i talenti e i mezzi che si hanno a disposizione. Il risultato è che si finisce per avvitarsi in una spirale di insoddisfazione, frustrazione e rimpianto, che impedisce di realizzare sé stessi ed essere felici. È possibile spezzare il loop? Ebbene, la risposta è sì. Qui trovate 10 “abitudini vincenti” per vivere al meglio delle proprie possibilità.

1. Accettare sé stessi

Guardare a sé stessi in maniera oggettiva e accettarsi per quello che si è – con pregi e difetti – è fondamentale per condurre un’esistenza piena e appagante. La società di oggi spinge a un continuo confronto con modelli irrealistici, ma è importante ricordare che non esiste un parametro di giudizio universale, perché ciascuno è unico. Il successo non è un traguardo standard, ma quello che ognuno può raggiungere facendo fruttare i propri talenti e accogliendo i propri limiti.

2. Non pensare troppo

Ponderare le varie possibilità e riflettere sui pro e i contro è un conto, lasciare che la paura e l’insicurezza prendano il sopravvento è un altro. L’overthinking è un rimuginio che – poco alla volta, ma inesorabilmente – porta a perdere di vista la realtà e a dare forma a pensieri irrazionali e pieni di negatività. I problemi ingigantiscono, il futuro diventa incerto e spaventoso e si finisce per restare paralizzati in uno status quo che non è quello che si vuole, ma esiste ed è “meglio” di qualunque cosa potrebbe essere.

3. Imparare a comunicare

L’insoddisfazione personale e professionale molto spesso derivano dall’incapacità di comunicare. Parlare è facile, molto più complesso è trasmettere delle informazioni e farsi capire. Per riuscirci è necessario prima di tutto ascoltare: non solo con le orecchie, ma anche con il cuore. Entrare in empatia con l’altro – comprendere e accogliere gli stati d’animo che vive e le emozioni che prova – è fondamentale per modellare i propri processi verbali, paraverbali e non verbali e stabilire una comunicazione efficace.

4. Smettere di procrastrinare

La stanchezza, la pigrizia, la paura sono solo alcuni dei (tanti) motivi che portano a rimandare a un indefinito domani quello che si potrebbe e dovrebbe fare oggi. All’apparenza, procrastrinare offre una soluzione semplice e indolore quando la vita mette di fronte a un bivio. In realtà, non fa altro che alzare l’asticella della difficoltà, perché il tempo che passa complica i problemi più di quanto li risolva. Affrontare la realtà e vivere nel qui e ora è fondamentale per condurre un’esistenza al meglio delle proprie possibilità.

5. Accogliere il cambiamento

Per molte persone, il cambiamento – piccolo o grande che sia – rappresenta un evento traumatico. L’idea di sconvolgere in maniera più o meno marcata lo status quo e di modificare la propria routine provoca loro preoccupazione e ansia e le spinge a “scegliere” l’immobilismo. Ma restare fermi dove si è – in maniera metaforica e letterale – vuole dire perdere la possibilità di vivere esperienze nuove e impedisce di evolvere e di crescere.

6. Affrontare la paura

La paura è una “emozione primaria di difesa” e porta a reagire a una situazione di pericolo mettendo in pratica una strategia finalizzata all’autoconservazione. Le tattiche osservate in natura sono la “tanatosi” (fingersi morto), la fuga e l’attacco. Mentre nella società di oggi quelle che vengono attuate più spesso sono l’immobilismo e l’evitamento. Ma procrastrinare e fare dei larghi “giri” non serve a molto. Ciò che davvero è utile è affrontare la paura, andare alla sua origine, analizzarla e accoglierla. Solo così è possibile “andare avanti”, evolvere e vivere al meglio delle proprie possibilità.

7. Correre il rischio

La perfezione non esiste. Eppure, il pensiero di non essere all’altezza e di non farcela resta uno dei più grandi freni all’azione per la maggior parte delle persone. E lo rimane anche quando non è possibile stabilire in maniera ragionevole e realistica che si tratta di qualcosa che potrebbe accadere o non accadere. In questa circostanza, due sole scelte sono possibili: non fare nulla o accettare il rischio. La prima non comporta danni (almeno, all’apparenza), ma preclude la possibilità di avere successo. La seconda è un’incognita: potrebbe portare a qualcosa di buono, come no. In entrambi i casi, però, permette di vivere appieno la propria vita.

8. Accettare il fallimento

Il fallimento è uno dei grandi tabù dell’umanità e la società di oggi ha accentuato ancora di più la sua valenza negativa. Ma la verità è che è impossibile non incappare mai in una sconfitta. Ed è un bene. Certo, incassare una bocciatura o non portare a termine un progetto non è mai piacevole, ma i passi falsi e gli errori sono elementi fondamentali del processo di apprendimento e crescita personale e professionale. Il fallimento può capitare e capita. Quello che conta è non viverlo come la fine di tutto, ma analizzarlo, studiarlo e farne tesoro per migliorare sé stessi e le proprie capacità.

9. Dire di no

Il bisogno di essere accettati, stimati e amati spinge ad accettare dei compromessi che – presto a tardi – diventano impossibili da gestire e generano infelicità, frustrazione e a volte vera e propria rabbia. Imparare a dire di no è un passaggio fondamentale per riappropriarsi della propria autostima, del proprio tempo e – in ultima istanza – della propria vita. Dire di sì quando si vorrebbe dire di no impedisce di affermare sé stessi per quello che si è e porta a vivere una vita che non è quella che si vuole.

10. Gestire il tempo

Una delle frasi che tutti – prima o poi – dicono è: “Non ho tempo”. Manca il tempo da dedicare agli affetti, per prendersi cura di sé, per studiare una nuova lingua, fare un viaggio o – semplicemente – riposarsi. Ma è davvero così? In realtà, molto spesso, il problema è un altro: il tempo c’è, ma non lo si usa bene. Imparare a capire cosa è importante, darsi degli obiettivi e delle priorità, fare dei programmi e rispettarli sono tutte abitudini vincenti per “ritrovare il tempo perduto” e sfruttarlo per vivere al meglio delle proprie possibilità.

A cura di: Patrizia Saolini

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